Zoff, l’intervista: “Riva, parare un suo tiro era bello e pericoloso”

Gigi Riva era Rombo di Tuono anche per Zoff il Numero 1: «Era bello affrontare Riva per un portiere, ma era pericoloso. Se ti andava bene ti metteva in difficoltà altrimenti ti faceva gol». Dino nomina Gigi e fa di un album questa pagina. Nomi trionfali, Zoff e Riva. Compagni, avversari, amici perfetti ai poli opposti del ruolo. Le partite del secolo, le più belle del mondo. Un’amicizia umana, la loro. Un passato a memoria futura, la nostra. Negli affetti e negli effetti di quei tempi andati vive ancora il calcio che verrà, il calcio che è dentro di noi. Tutto quello che hanno fatto, tutto quello che hanno dato uomini come Zoff, come Riva. Di loro ne avremo sempre bisogno forse perché ogni racconto è migliore del nostro presente. Tempi di perdute grandezze.  

Essere Zoff quando il pallone lo calciava Riva. Dino, perché era bello e pericoloso sfidare Gigi? 
«Era bello affrontarlo perché ti ritrovavi tu portiere contro lui attaccante e quando ti faceva gol i complimenti li facevi a lui, quando paravi i complimenti li facevi a te stesso perché paravi o intuivi Riva».

C’erano trucchi per placare il Rombo di Tuono?  
«Non ce n’erano, c’erano sensazioni. Pensavi a quello che poteva fare lui o lo inducevi a fare quello che volevi, magari ti fregava lo stesso…».

Il Rombo stordente. 
«Nasceva da un sinistro micidiale. Era un tiro certamente forte. Sui traversoni, quando Riva arrivava di sinistro, ti metteva tanto in difficoltà o ti segnava». 

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